Federico Gualdi
Philosophia Hermetica
A cura di
Alessandro Boella e Antonella Galli
2008, 238 pp, ill.
Per la prima volta vengono presentati al pubblico italiano la Philosophia Hermetica (illustrata da 13 figure allegoriche che si riferiscono alle diverse fasi dell’Opera) del leggendario alchimista e Rosacroce Federico Gualdi, e l’Opus philosophicum, sua importante variante.
Di origine tedesca, quasi completamente sfuggito alle ricerche storiche, maestro e modello dei ben più noti Cagliostro e Saint Germain, Gualdi è considerato uno dei capi dell’Aurea Rosacroce.
Versatile ed eclettico, poliglotta, astronomo e matematico, durante il suo lungo soggiorno a Venezia (durato almeno dal 1650 al 1682) svolse molteplici attività e fu considerato un adepto in possesso del segreto divino della Pietra Filosofale e dell’Elisir di lunga vita.
Raggiunta la presunta età di 200 e persino di 600 anni, il suo aspetto era sempre quello di un quarantenne, come avrebbe testimoniato un suo ritratto dipinto da Tiziano. Pur conducendo vita ritirata, era frequentato da aristocratici, eruditi, artisti, ecclesiastici di diversa nazionalità e circondato da una ristretta cerchia di discepoli.
Il più noto di questi è il marchese Francesco Maria Santinelli, gentiluomo della regina Cristina di Svezia, autore della Lux obnubilata (il cui modello era la Philosophia Hermetica) e di altre opere edite in questa stessa collana.
Gualdi fu oggetto di un’inchiesta da parte del Sant’Uffizio di Venezia nel 1676 che tuttavia non sfociò in un processo. Più tardi egli sparì da questa città.
La ricca introduzione a cura di Alessandro Boella e Antonella Galli contiene elementi per la maggior parte mai pubblicati, informazioni tratte dal verbale dell’inchiesta, estratti da un carteggio inedito fra discepoli di Gualdi, la Critica della Morte con le lettere di Gualdi e il commento dell’alchimista ascolano Prospero Cataldi, altre epistole più tarde, e, inoltre, un capitolo dedicato all’enigmatica Confraternita dell’Aurea Croce, la cui esistenza è attestata già nel 1542 da un manoscritto del 1678.
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